L’asparago pungente (Asparagus acutifolius L.) è una pianta erbacea perenne, sottile e allungata, con breve rizoma da cui di innalzano i teneri turioni eduli. I fiori sono piccoli, di colore verdegiallastro e portati da un breve peduncolo. I suoi fiori si possono vedere in estate. Si trova nella macchia, nei luoghi incolti, lungo i muri a secco e nei terreni poveri olivetati.

Ha proprietà diuretiche e antireumatiche.

I greci e i romani erano ghiotti di asparagi, conosciuti da Catone come corrudae. Si mangiano soltanto le punte tenere delle innovazioni primaverili, dette turioni, che si raccolgono negli incolti con la parte più dura, per essere legati a mazzetto.

Durante le feste Sciroforie (si svolgevano nell’antica Atene, in onore di Demetra o di Atena, il 12 del mese di Sciroforione, inizio dell’estate) si depositavano pegni fallici in canestri intessuti di asparagi e giunchi. A Torricella e Lizzano si ripeteva l’indovinello equivoco e licenzioso: Tegnu n’erba taccáta a fásciu, quann’éte gióvene éte másculu, quann’éte vécchia ete fémmina (ho un’erba legata a fascio, quand’è giovane è maschio, perché turione, quand’è vecchia è femmina, perché spinulosa).

Altre specie eduli sono Asparagus officinalis L., asparago comune, che cresce nei prati umidi e nelle paludi, e A. tenuifolius Lam., asparago selvatico, piuttosto raro, che cresce nei boschi di castagno e di roverella.

Agli asparagi, usati anche come amuleto, si attribuivano poteri afrodisiaci: avvolti in petali di rosa, si pensava che curassero la frigidità femminile.

Quelli dal gambo grosso, di colore pallido e dai germogli tra il rosa e il viola, sono tra i più afrodisiaci. Nel Giardino profumato (manuale arabo relativo al sesso, un lavoro della letteratura erotica del XV secolo) sono raccolte diverse ricette per resuscitare l’amante spossato:

Colui che fa bollire gli asparagi e poi li frigge, aggiungendo tuorli e condimenti in polvere, e mangia questo piatto ogni giorno, vedrà i propri desideri e la propria capacità considerevolmente fortificati.

La caratteristica migliore di questa verdura è la sua semplicità: dalla pentola alla bocca degli innamorati. Devono rimanere compatti – a nessuno piace il proprio vegetale vizzo – ed è per questo che conviene cucinarli legati con le punte verso l’alto, così la base, che è più dura, cuoce bene e le punte restano croccanti. Si mangiano, ovviamente, con le mani, spalmati di burro fuso e sale. C’è qualcuno che non coglie la metafora? (Afrodita. Isabel Allende).