da Francesca Rizzello | Giu 7, 2017 | Alimenti, Ricette
Cosa cuciniamo oggi, magari, per chi può, da portare al mare 😀 ? Vi presento un piatto dal sapore fresco, completo di tutti i nutrienti, un piatto unico, leggero e senza glutine. Per questo piatto ho utilizzato un particolare “cereale”, la QUINOA.
La quinoa (Chenopodium quinoa Willd) è una pianta erbacea della famiglia delle Chenopodiaceae coltivata soprattutto per i suoi semi commestibili. considerata uno pseudo-cereale in quanto non è una graminacea, ma presenta gli stessi utilizzi alimentari. La quinoa è coltivata sulla Cordigliera delle Ande, in Perù e in Cile. Veniva già coltivata nel 3000 a.C. nel nord del Cile, ma con l’arrivo dei missionari cattolici (secolo XVI) inizia il suo declino… Le popolazioni locali attribuivano alla quinoa un ruolo sacro: nel periodo della semina, un sacerdote offriva a Inti, il dio Sole, i semi della pianta in un vaso d’oro e i primi semi di quinoa venivano piantati con una pala dorata. I missionari cattolici, invece, ritenevano sacro il pane di frumento, e la quinoa era vista come un ostacolo alla “campagna” per la conversione al cattolicesimo. Tale coltura venne quindi rapidamente sostituita da cereali d’importazione europea (grano, orzo…), che risultavano inoltre avere rese molto superiori. Verso la fine del XX secolo è stato riscoperto il valore del “Grano de Oro”, ed è stato promosso il suo studio. La quinoa rispetto ai cereali ha un maggiore contenuto di amminoacidi e contiene tutti gli amminoacidi essenziali. Non contiene glutine, contiene sia proteine che carboidrati in misura equilibrata. È ricca di antiossidanti, ha eccellenti proprietà nutritive, è una ricca fonte di calcio, è d’aiuto contro il diabete (ha un basso indice glicemico) e per il controllo dell’appetito, è molto digeribile, fornisce al nostro organismo fibre e proteine, e insieme all’amaranto, è tra gli alimenti permessi per chi soffre di allergia al nichel.
Ingredienti
- quinoa
- fagiolini
- fave fresche
- piselli
- carote
- feta
- avocado
- menta
- lime
- sale
- olio EVO
Procedimento
La quinoa contiene saponine: per evitare il sapore amaro va risciacquata molto bene prima della cottura.
- Lessate la quinoa per il tempo indicato sulla confezione. Poi scolate e condite con un filo d’olio extravergine d’oliva.
- Cucinate a parte le singole verdure (carote, piselli, fave fresche e fagiolini), basta una semplice cottura in acqua con poco sale e una volta cotte bloccate la cottura passandole in acqua fredda.
- Unite le verdure alla quinoa e aggiungete l’avocato e la feta tagliati a cubetti.
- Preparate un pesto di menta, lime e olio EVO, filtratelo e utilizzatelo per condire la quinoa con le verdure.
Piatto semplice e veloce, vero? 😉 ed è veramente delizioso 😛
da Francesca Rizzello | Mag 30, 2017 | Alimenti, Ricette
Il polpo ha un non so ché di simpatico, sembra un extraterrestre 😀 . Troverete una ricetta veloce per preparare una buona e leggera insalata, ma prima qualche piccola afrodisiaca curiosità 😉
Si ritiene che i molluschi e i crostacei abbiano il più alto potere afrodisiaco. La parola afrodisiaco deriva dalla dea greca Afrodite, la dea dell’amore, nata dal mare, dopo che Cronos ebbe castrato suo padre e ne ebbe lanciati i genitali in acqua.
Altri alimenti afrodisiaci presenti in questo piatto sono le Carote, radice volgarmente denominata “conforto delle vedove”. Ha un alto tasso di vitamina A e per la forma le si attribuisce il potere di esaltare la lussuria. Poi c’è il Pepe, che pare procuri allegria ai vedovi e mitiga l’impotenza dei timidi (starnutire, inoltre, viene considerato un piacere erotico), l’Aglio, ritenuto una pianta sacra, erotica, medicinale e ricostituente. Viene considerato afrodisiaco da tempi immemorabili (la sostanza chimica all’origine dell’odore dell’aglio è presente nelle secrezioni femminili), ma deve essere mangiato da entrambi gli amanti 😀 . Presente anche il Sedano, altro alimento afrodisiaco già dai tempi dei greci e dei romani e utilizzato dalla marchesa Pompadour che inventò una zuppa di sedano per infiammare Luigi XIV.
Ingredienti
- polpo
- patate
- sedano
- carote
- aglio
- prezzemolo
- timo
- timo limoncino
- sale
- pepe
- olio EVO
Procedimento
Pulire il polpo, sciacquatelo sotto acqua corrente incidete la sacca per eliminare gli occhi, le interiora e poi anche il becco. Frollate il polpo con un batticarne e strofinarlo per rimuovere la pellicina. Cucinarlo in una pentola con acqua, sale, pepe, aglio, sedano e carote. Per arricciare le punte del polpo, immergete i tentacoli nell’acqua bollente e poi fateli riemergere (per 5 volte circa), quindi immergete il polpo nella pentola e farlo cuocere per circa 25 minuti (la cottura varia a seconda delle dimensioni del polpo: 25 minuti per 500g di polpo). Una volta cotto immergetelo in acqua fredda con ghiaccio per bloccare la cottura. Tagliarlo a pezzettini, aggiungete le patate lesse e condite con olio, succo di limone, prezzemolo tritato, timo limoncino, sedano, carote, sale e pepe.
da Francesca Rizzello | Mag 27, 2017 | Alimenti, Ricette
Arriva il caldo e come ogni anno… “Dottoressa? I legumi adesso però togliamoli, d’estate sono caldi!”… E povere lenticchie e cicerchie, poveri ceci e fagioli che rimangono chiusi nella dispensa, abbandonati da tutti, fino ai primi giorni di novembre. Eppure, fino ai tempi di mia nonna, i legumi rappresentavano l’unico pasto sicuro, tutto l’anno…
Perché eliminarli dalla dieta estiva? Sono caldi? O pesanti? Basta preparali in modo diverso e vedrete che saranno ottimi anche nelle calde giornate estive.
Perché è importante mangiare i legumi?
I legumi sono i semi commestibili delle Papilionacee. Sono ampiamente usati in cucina e costituiscono un’alternativa nutriente ed economica alla carne. Si possono trovare sia freschi (sono ricchi di acqua e sali minerali ed hanno le stesse caratteristiche degli ortaggi) sia essiccati (sono più ricchi dal punto di vista nutrizionale).
Si tratta di alimenti poveri di grassi (eccetto la soia), ricchi di proteine, carboidrati e fibra alimentare.
I legumi rappresentano una buona fonte proteica, quelli in scatola e quelli freschi hanno un contenuto di proteine relativamente basso, mentre è elevato quello dei legumi secchi (circa il doppio rispetto a quello dei cereali e molto simile a quello delle carni). Il contenuto in ferro (in particolare lenticchie e fagioli) e l’elevata disponibilità in esso pongono i legumi nel novero degli alimenti che maggiormente contribuiscono al soddisfacimento delle richieste di questo minerale. Altri minerali presenti sono calcio (assorbimento limitato dall’acido fitico), potassio, fosforo e magnesio. Essi inoltre forniscono una notevole energia da parte dei carboidrati e una modestissima sorgente di energia da parte dei lipidi. Riguardo alle vitamine sono ricchi di tiamina, riboflavina e niacina. Presentano un alto contenuto di fibra alimentare, importante per aumentare il transito intestinale.
Il consumo di ceci, inoltre, riduce la colesterolemia (in particolare riducono le β e le α-lipoproteine per la presenza degli isoflavoni), di conseguenza riducono l’incidenza di cardiopatie ischemiche.
Ricordiamo di tenerli in acqua fredda (cambiando varie volte l’acqua) per circa 12 ore prima di una appropriata cottura. La permanenza in acqua determina la perdita della gran parte delle sostanze contenute nei legumi allo stato crudo che hanno azione antagonista verso la digestione o dotate di una certa tossicità.
Ecco alcune semplicissime e fresche ricette 😉
Insalata di Lenticchie nere
Ho messo a bagno la lenticchie per un paio di ore circa e dopo la cottura in acqua leggermente salata l’ho condite con pomodori, cetrioli (da me chiamate poponelle), semi di sesamo e olio EVO.
Insalata di lenticchie
Ammollo delle lenticchie per un paio di ore circa, poi cottura in acqua leggermente salata e insaporite con pomodori, carote, condimento per insalate di riso (quello senza olio), rucola, feta greca, semi di papavero, un po’ di pepe e olio EVO.
Insalata di cicerchia
Ho messo a bagno la cicerchia per un 12 ore, l’ho cotta senza aromi (solo poco sale) e l’ho condita con pomodori, cetrioli sottaceto, cetrioli freschi (le nostre solite poponelle 😀 ), fagiolini lessi, i miei immancabili semini (sesamo e papavero), sale e olio.
da Francesca Rizzello | Mag 8, 2017 | Alimenti, Ricette
Vi conviene sempre mettere nella borsa da mare un coltello e una busta (come faccio io), le ricchezze che offre il mare sono infinite… Avete già individuato e preparato il finocchio marino? Oggi vi propongo di cucinare un’altra erba marina, la salicornia, chiamata anche “asparago di mare” perché la sua forma ricorda quella degli asparagi. Il periodo migliore per la raccolta è il mese di giugno.
Salicornia lessata
Lavare e lessare ila salicornia, dopo averle tolto solo le radici e le parti gialle, in abbondante acqua non salata. Scolarla e sfilare, appena è fredda, la parte carnosa attaccata al fusto legnoso, raccoglierla in un piatto e condire con olio e limone (o aceto).
Salicornia fritta
Lessare e sflilare la salicornia, come nella ricetta precedente; infarinarla a ciuffi, indorarla (per 1 kg di salicornia circa 3 uova) e friggerla in olio bollente.
Conserva in aceto
Sbianchire la salicornia, sfilarla come nella ricetta della Salicornia lessata e conservarla in vasi di vetro coperta di aceto.
Potete usarla anche per la pasta (es. spaghetti con gamberi e salicornia, spaghetti con vongole e salicornia, ecc.), nel riso, in abbinamento con il pesce… basta un po’ di fantasia in cucina 😉 Buon appetito.
da Francesca Rizzello | Mag 8, 2017 | Alimenti
Avrete sicuramente notato anche questa pianta, spesso accanto alla sua amica erba di mare, anche lei commestibile, buona e salutare. Io da piccola la raccoglievo per passare il tempo in riva al mare (cercavo di rimuovere i nodi carnosi, andando alla ricerca del filamento interno), ma ho scoperto solo pochi anni fa e grazie ai miei amici brindisini che è una pianta commestibile. Infatti, nella provincia di Lecce si conosceva, da sempre, l’erba di mare, viceversa in quella di Brindisi la salicornia (già usata nel 1700 dalle suore cappuccine di Santa Maria degli Angeli di Brindisi).
La salicornia (Salicorina europaea L.) è una pianta alofita, dal sapore salato, con proprietà depurative e diuretiche, che cresce nei terreni fango-sabbiosi salati delle zone marine.
Questa pianta è stata usata nella medicina popolare della Corea del Sud per curare vari tipi di malattie, quali la cefalalgia e lo scorbuto. É ricca di sale e minerali tra cui il magnesio, il calcio, il potassio e il ferro, e l’utilizzo del suo estratto vegetale potrebbe essere utilizzato come sostituto del sale purificato per mantenere la salute del sistema cardiovascolare.
Tuttavia, l’effetto degli estratti della salicornia sulla disfunzione vascolare e sulla pressione sanguigna, in confronto a quelli attribuiti al sale purificato, sono poco chiari. In un lavoro del 2016 Panth1 e i suoi collaboratori hanno indagato, utilizzando modelli animali, come e se l’assunzione di estratti di salicornia, rispetto al sale purificato, possano influenzare la funzionalità delle arterie coronarie e della pressione sanguigna. Dagli studi è emerso che la salicornia non induceva disfunzioni all’arteria coronaria, nonostante il suo elevato contenuto di sale. Le analisi hanno rivelato che gli estratti di salicornia contenevano 5-(idrossimetil) furfurolo, acido p-cumarico, acido transferulico e altri composti, tra i quali l’acido trans-ferulico, responsabile dell’effetto protettivo vascolare. Nello studio in vivo, l’elevata assunzione di sale purificato aumentava la pressione sanguigna nei ratti normotensivi e ipertesi, mentre l’assunzione degli estratti di salicornia, che contenevano la stessa quantità di sodio presente nel sale commestibile, causavano pochi effetti sulla pressione sanguigna rispetto all’assunzione di sale purificato.
Chissà se, per migliorare o per impedire l’insorgenza dell’ipertensione, si sostituirà il comune sale da cucina con gli estratti di salicornia… per ora conviene mangiarla 😉 Per i metodi di preparazione cliccate su ricette.
1.Panth N, Park S-H, Kim HJ, Kim D-H, Oak M-H. “Protective Effect of Salicornia europaea Extracts on High Salt Intake-Induced Vascular Dysfunction and Hypertension”, International Journal of Molecular Sciences. 2016; 17(7): 1176.
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