da Francesca Rizzello | Mag 8, 2017 | Alimenti
Avrete sicuramente notato anche questa pianta, spesso accanto alla sua amica erba di mare, anche lei commestibile, buona e salutare. Io da piccola la raccoglievo per passare il tempo in riva al mare (cercavo di rimuovere i nodi carnosi, andando alla ricerca del filamento interno), ma ho scoperto solo pochi anni fa e grazie ai miei amici brindisini che è una pianta commestibile. Infatti, nella provincia di Lecce si conosceva, da sempre, l’erba di mare, viceversa in quella di Brindisi la salicornia (già usata nel 1700 dalle suore cappuccine di Santa Maria degli Angeli di Brindisi).
La salicornia (Salicorina europaea L.) è una pianta alofita, dal sapore salato, con proprietà depurative e diuretiche, che cresce nei terreni fango-sabbiosi salati delle zone marine.
Questa pianta è stata usata nella medicina popolare della Corea del Sud per curare vari tipi di malattie, quali la cefalalgia e lo scorbuto. É ricca di sale e minerali tra cui il magnesio, il calcio, il potassio e il ferro, e l’utilizzo del suo estratto vegetale potrebbe essere utilizzato come sostituto del sale purificato per mantenere la salute del sistema cardiovascolare.
Tuttavia, l’effetto degli estratti della salicornia sulla disfunzione vascolare e sulla pressione sanguigna, in confronto a quelli attribuiti al sale purificato, sono poco chiari. In un lavoro del 2016 Panth1 e i suoi collaboratori hanno indagato, utilizzando modelli animali, come e se l’assunzione di estratti di salicornia, rispetto al sale purificato, possano influenzare la funzionalità delle arterie coronarie e della pressione sanguigna. Dagli studi è emerso che la salicornia non induceva disfunzioni all’arteria coronaria, nonostante il suo elevato contenuto di sale. Le analisi hanno rivelato che gli estratti di salicornia contenevano 5-(idrossimetil) furfurolo, acido p-cumarico, acido transferulico e altri composti, tra i quali l’acido trans-ferulico, responsabile dell’effetto protettivo vascolare. Nello studio in vivo, l’elevata assunzione di sale purificato aumentava la pressione sanguigna nei ratti normotensivi e ipertesi, mentre l’assunzione degli estratti di salicornia, che contenevano la stessa quantità di sodio presente nel sale commestibile, causavano pochi effetti sulla pressione sanguigna rispetto all’assunzione di sale purificato.
Chissà se, per migliorare o per impedire l’insorgenza dell’ipertensione, si sostituirà il comune sale da cucina con gli estratti di salicornia… per ora conviene mangiarla 😉 Per i metodi di preparazione cliccate su ricette.
1.Panth N, Park S-H, Kim HJ, Kim D-H, Oak M-H. “Protective Effect of Salicornia europaea Extracts on High Salt Intake-Induced Vascular Dysfunction and Hypertension”, International Journal of Molecular Sciences. 2016; 17(7): 1176.
da Francesca Rizzello | Mag 3, 2017 | Alimenti, Ricette
Oggi fa veramente caldo, che ne dite di cucinare un afrodisiaco, gustoso e leggero piatto unico?
Per questa ricetta ho utilizzato il riso “Venere”, un riso integrale, dal bel colore nero e dall’aroma inteso che si sprigiona durante la cottura (profumerà tutta la vostra cucina). Il riso Venere, originario della Cina, era molto apprezzato alla corte degli imperatori cinesi per le sue proprietà nutrizionali e afrodisiache (da qui il nome di riso proibito). È ricco di fibre, sali minerali (selenio, zinco, manganese, ferro e calcio) e antiossidanti. Contiene proteine vegetali e tra gli amminoacidi la lisina (non presente in altri cerali), è povero di grassi e, come qualsiasi altro tipo di riso, privo di glutine.
Il pomodoro, originario dell’America, fu portato in Europa dagli spagnoli che lo battezzarono “mela peruviana” e “mela dell’amore”. La sua polpa rossa, succosa e sensuale seminò lo scandalo: la fiducia nelle sue proprietà stimolanti era profondissima e per un pomodoro si era disposti a pagare una fortuna. Le donne virtuose lo ricusavano, non così le altre, che potevano quindi attribuire la colpa dei loro peccatucci all’irresistibile pomodoro (Afrodita, Isabell Allende).
L’origano, con il suo aroma forte e penetrante, non può mancare nella dispensa della nostra cucina. Erba proibita, sembra avere effetti afrodisiaci se buttato nell’acqua calda della vasca dove fare il bagno con il proprio amante.
Ingredienti per 2 persone
- 200 gr di riso venere
- 100g di stracciatella
- pomodorini q.b.
- sale
Procedimento
Cuocere il riso in acqua bollente salata (ma non usate troppo sale perché è più salato rispetto al riso bianco) per circa 30 minuti (regolatevi in base al vostro grado di cottura preferito). Scolare e lasciare raffreddare. Condire con la stracciatella, i pomodorini, l’origano e l’olio EVO.
Semplice e veloce 😉 nessuna scusa, niente “non so cucinare”! 😀
Buon pranzo
da Francesca Rizzello | Mag 1, 2017 | Alimenti, Ricette
Fate una bella passeggiata in riva al mare (scogliera), con coltello e busta, e andate alla ricerca del finocchio marino . Si riconosce subito anche per il suo odore intenso. Ecco tre semplicissime ricette per utilizzarlo come condimento o contorno.
Finocchio marino sott’aceto
Esporre per qualche ora al sole le parti tenere del finocchio marino, metterle in un vasetto e coprire di aceto. Possono essere usate dopo qualche giorno come contorno o condimento di insalata.
Finocchio marino lessato
Lessare il finocchio marino in acqua bollente non salata e condire con olio e limone. Si può usare come contorno per pesci o carne.
Finocchio marino sott’olio
Sbiancare in acqua e aceto i rametti del finocchio marino, scolarli bene e, dopo averli lasciati raffreddare, coprirli di olio.
da Francesca Rizzello | Mag 1, 2017 | Alimenti
Chissà quante volte avete guardato questa profumatissima erba che cresce in riva al mare… è il “finocchio marino”. Lo sapevate che si mangia ed è anche una valida alternativa ai capperi sulla frisa?
Il nome scientifico è Crithmum marittimum L., comunemente chiamata anche “Erba di mare”. Pianta alofitica che vive sul litorale marino fra le crepe degli scogli e dei vecchi muri o ruderi purché esposti agli spruzzi dell’acqua marina. In estate la vediamo già fiorita (agosto-settembre) e non più idonea per la raccolta.
Il finocchio marino è ricco di polifenoli e vitamina C. I marinai lo portavano con loro per difendersi dallo scorbuto, una malattia dovuta alla carenza di Vitamina C, scoperta intorno agli anni ’30, anche se molto più antica. Lo scorbuto era riscontrato spesso nei marinai: la cottura, la conservazione prolungata, la luce solare e il processo di lavorazione dei cibi causavano la perdita della vitamina. La malattia causa iperpigmentazioni cutanee, cattiva digestione, capelli fragili, rottura dei capillari, sanguinamento delle gengive e ulcere gastrointestinali. Tra i sintomi troviamo anche quelli psichici, quali depressione e isteria (da cui il temine “scorbutico”, che fu associato a una persona irascibile e scontrosa).
Ha proprietà depurative e stimolanti e i rami teneri si raccolgono in maggio-giugno.
Secondo il mito degli Argonauti, il finocchio marino fu servito da Ecate a Teseo per rigenerarlo. Gli inglesi ne fanno largo uso per aromatizzare insalate e burro. Nella scena sesta del quarto atto del Re Lear di Sheakespeare, Edgardo vede un uomo che raccoglie finocchio marino lungo le scogliere di Dover.
Gli steli carnosi, in aceto o in olio (ricette), sono buoni come antipasto e sono utilizzati in abbinamento con il pesce (triglie, saraghi, dentici…)
da Francesca Rizzello | Apr 18, 2017 | Alimenti, Ricette
L’estate è alle porte (per noi salentini è già iniziata 😀 )! Prepariamoci al caldo con un piatto semplice, completo, dal sapore morbido e fresco. Si può consumare caldo o freddo, quindi lo possiamo portare in spiaggia, evitando il solito panino 😉
Per questa ricetta ho utilizzato anche le Lenticchie nere Beluga, un legume di origine asiatica, delicato, dal sapore dolce-aromatico, ottime come contorno, in abbinamento al pesce, nelle insalate o nelle zuppe. Sono tra i legumi a più veloce cottura e non richiedono l’ammollo preventivo.
Ingredienti per 4 persone
- 250 gr di grano saraceno
- 100 gr di piselli
- 100 gr di fave fresche
- 100g di lenticchie nere Beluga
- 1 mazzetto di punte di asparagi
- 3 carote
- 3 zucchine
- 1 limone biologico (scorza)
- basilico
- erba cipollina
- pepe
- 1 spicchio d’aglio
- olio EVO
Procedimento
Lavate e mondate le verdure. Portate a bollore una pentola di acqua salata e sbollentate velocemente le verdure separatamente. A mano a mano che le scolate passatele in una ciotola con acqua fredda, in modo da bloccare la cottura e mantenerne il colore. Eliminate la pellicina esterna delle fave e trasferitele in una ciotola capiente con le altre verdure. Lasciare da parte le zucchine e le punte di asparagi.
Lessare il grano saraceno decorticato in acqua salata per 15-20 minuti.
Dopo aver lavato accuratamente le lenticchie, metterle sul fuoco in acqua fredda. Portare ad ebollizione e proseguire la cottura a fuoco lento per circa 20 minuti. Salare verso fine cottura. Scolatele, cotte ma al dente, e lasciate intiepidire.
Preparate la citronette. Grattugiate la scorza del limone, dopo averlo ben lavato, e asciugatelo. Tritate l’erba cipollina e il basilico, aggiungeteli nel mortaio insieme alla scorza del limone e all’olio e lavorate fino ad ottenere un’emulsione cremosa. Regolate di sale e pepe, mescolate bene e filtrare la citronette con un colino.
Scaldare l’olio con l’aglio, cuocere i gamberetti e una volta cotti aggiungere le zucchine e le punte di asparagi.
Unite il grano saraceno con le verdure, le lenticchie, i gamberetti, condite con la citronette, mescolate bene e servite.
da Francesca Rizzello | Apr 11, 2017 | Alimenti, Ricette
Finita la stagione fredda possiamo divertirci a preparare il kefir di latte. A voi la fantasia per il suo condimento, io preparo una combinazione di cereali, o biscotti, frutta fresca di stagione e semi vari (semi di chia o di girasole o di lino o un mix di cereali), senza aggiungere zuccheri. Lo utilizzo per la colazione ma è anche un ottimo e sano spuntino nelle calde giornate estive.
Il kefir è un vero elisir di lunga vita. È ricco di probiotici, contiene minerali come il calcio, il magnesio, il fosforo e lo zinco, amminoacidi come il triptofano, che ha effetti terapeutici sul sistema nervoso. È ricco di vitamine del gruppo B e vitamina K. È povero di lattosio e può essere consumato anche da coloro che ne sono intolleranti e può essere utilizzato anche dai diabetici in quanto non richiede l’utilizzo dello zucchero.
Vediamo cosa dice la scienza riguardo ai suoi effetti benefici.
Dall’articolo di Bourrie et al. “The Microbiota and Health Promoting Characteristics of the Fermented Beverage Kefir”. Frontiers in Microbiology, 2016.
I prodotti lattiero-caseari fermentati sono stati a lungo associati con la capacità di conferire benefici per la salute in coloro che li consumano regolarmente. Anche se non così ampiamente popolare rispetto agli altri prodotti caseari fermentati, come lo yogurt e il formaggio, il kefir veniva consumato dalle comunità caucasiche già 100 anni fa. La bevanda ha una consistenza leggermente viscosa e un sapore acido e viene preparato tradizionalmente con latte di mucca, ma può essere fatto anche con il latte di capra, di pecora, di bufala o con il latte di soia. Una delle caratteristiche che distinguono il kefir dagli altri prodotti lattiero-caseari fermentati è la presenza dei grani di kefir che derivano da matrici di proteine e polisaccaridi che contengono una vasta popolazione di specie di batteri e funghi, essenziali per la fermentazione.
Oltre alla popolazione microbica, questa bevanda contiene anche una grande varietà di prodotti di fermentazione, come acidi organici e composti aromatici, composti volatili, come etanolo, acetaldeide, e diacetile. Un altro prodotto del processo di fermentazione è il kefiran, un esopolisaccaride prodotto da L. kefiranofaciens, presente anche nel liquido di fase, dove contribuisce alla reologia e la consistenza del prodotto finito. Le specie batteriche maggiormente presenti nel kefir sono Lactobacillus, Lactococcus, Streptococcus e Leuconostoc. Riguardo ai lieviti sono stati identificati tre generi principali: Saccharomyces, Kluyveromyces e Candida.
A causa dell’elevata complessità delle specie microbiche del kefir, il latte fermentato contiene una moltitudine di microrganismi e prodotti del loro metabolismo. Questa combinazione di organismi microbici vivi e metaboliti contribuisce a una vasta gamma di effetti benefici per la salute attribuiti al kefir.
Vediamo in breve quali sono.
- È in grado di ridurre i livelli di colesterolo dal 41 all’84% dopo 24h e 48h di fermentazione rispettivamente.
- Diminuisce la pressione arteriosa e l’attività dell’enzima di conversione dell’angiotensina (ACE).
- Il consumo di kefir o kefiran è stato associato a un aumento dei microrganismi benefici, come Lactobacillus e Bifidobacterium e contemporaneamente a una riduzione delle specie microbiche patogene, come Clostridium perfringens.
- Ha attività antibatterica e antifungina.
- Significativa attività antitumorale contro molteplici tipi di cellule di cancro.
- È in grado di modulare il sistema immunitario e di reclutare le cellule immunitarie per aiutare il processo di guarigione delle ferite.
- Sia il kefir che il kefiran sono associati a una minore incidenza di malattie allergiche
Come preparare il Kefir
Ingredienti
- 50g di granuli di Kefir di latte
- ½ L di latte
Preparazione
- Mettete i granuli di Kefir in un contenitore di vetro con coperchio
- Versate il latte
- Chiudete il recipiente e lasciarlo a temperatura ambiente (in estate in frigorifero)
- Dopo 24-48 ore il kefir sarà pronto (consistenza densa). Durante la fermentazione è consigliabile mescolate ogni tanto per evitare che diventi troppo acido. Le ore di fermentazione possono essere anche meno (dipende dalla temperatura e dal rapporto grani/latte)
- Filtrate il Kefir con un colino di plastica per separare i granuli dal latte fermentato
- Riutilizzare i grani per una nuova fermentazione
Si può conservare in frigorifero anche per 1 settimana (ma il gusto diventerà sempre più acido perché la fermentazione continuerà). I grani possono essere anche congelati e riutilizzati successivamente (dopo 12 ore dallo scongelamento).
NB: utilizzare solo materiale in vetro o in plastica quando si manipolano i grani di kefir perché il metallo uccide i microrganismi!
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